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Messaggi di Don Placido D'Omina

Messaggi - Vari

Introduzione Veglia 2002


Carissimi pellegrini,

In sintonia con quanto il Santo Padre Giovanni Paolo II ha scritto nella Lettera Apostolica "Novo Millennio Ineunte" (6.1.2001) anche  noi comunità fitalese vogliamo "prendere il largo" (Lc 5) nell'immenso mare dell'Amore di Dio.

In questa veglia vogliamo insistere sulla PREGHIERA, convinti che  una
comunità che prega "non sciupa il tempo" ma lo impiega nel migliore dei
modi per discernere il progetto di Dio ed essere nella storia "una
presenza per servire".

Un autore contemporaneo, in un libro su "Il cammino della preghiera", scrive:
" … Noi crediamo che la preghiera non
è tutto, ma che tutto deve cominciare dalla preghiera … noi crediamo
che chi impara a pregare, impara a vivere". Una sorta di vortice,
fondato sull'attivismo, tenta, giorno dopo giorno, di fare del nostro
Santuario un'azienda erogatrici di servizi, preoccupati di tenere alta
la propria produttività, impegnate in un "fare per fare" talvolta
esagerato. Anche noi, come Marta del Vangelo, "ci preoccupiamo di troppe
cose" dimenticando talvolta "ciò che è davvero necessario" (cfr. Lc 10,38-42).
Puntare sulla preghiera  non vuole essere un evadere dalle situazioni
quotidiane, tutt'altro! Vuole essere una azione contemplattiva , una
azione che parte dalla preghiera, quale luogo di discernimento e che
torna alla preghiera, quale luogo di verifica. E' significativo, a tal
proposito, quello che scriveva il compianto Vescovo di Molfetta, Mons.
Tonino Bello: "La contemplazione non è stasi, ma estasi (exstatis), cioè
movimento, esodo, sequela. La sequela di Cristo che significa camminare
nella luce del Signore e nell'ascolto della sua Parola, con tutte le
implicanze difficili del martirio. Ecco il discorso sulla mitezza, sulla
non violenza attiva, sulla partenza dagli ultimi, sul perdono come
disarmo unilaterale …" (da: Le mie notti insonni).

La preghiera, infatti:

1. è un rapporto interpersonale con Dio: un rapporto "io-tu";

2. è comunicazione affettuosa con Dio, operata dallo Spirito e sorretta da lui;

3. è esperienza di amore;

4. è far calare la potenza di Dio nelle nostre viltà e debolezze;

5. è ascolto della Sua Parola per tradurla nella vita.

Convinti,
allora, di questa necessità vogliamo valorizzare i nostri tempi di
preghiera comunitari, rendendoli autenticamente "forti" momenti dello
Spirito.

 (Sac.Placido D'Omina)


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