Le 12 Letture del Breviario romano-gallicano, composte nei secc. XI-XII.
Il glorioso confessore Calogero nacque a Costantinopoli.
«Calo» in greco significa buon vecchio; i genitori gli fecero apprendere le divine scritture, ed egli, dedicandosi assiduamente fin dalla sua fanciullezza alla sacra Scrittura, si rivestì di buoni costumi e di virtù, per questo. nessuna tentazione dei demoni, né le tenebre dei vizzi poterono in alcun modo violare la sincerità della mente e la purezza del suo intelletto. Dal tempo della sua fanciullezza fino all'ultimo, digiunò sei giorni di ciascuna settimana con acqua e pane. Eccetto il giorno domenicale. Affinché la ragione regolasse il piacere della carne, per non diventare come le bestie, che vivono secondo le concupiscenza della loro carne. Perseverava, infatti, giorno e notte nelle preghiere continue, avendo sempre davanti agli occhi la passione di Cristo.
Tanto grande era, infatti, il suo amore verso Dio, che abbandonata la patria e i genitori. pieno di
celeste grazia, partì per Roma per vedere Pietro. che era Romano Pontefice e Principe degli Apostoli. Regnava in quel tempo Nerone, crudelissimo imperatore, Simon Mago e una moltitudine di idoli, il beato Calogero andò ai piedi del beato Pietro apostolo, al quale manifestò la sua vita e le sue azioni. Pietro dunque, ascoltando le parole e riconoscendo la santità di Calogero, lo ordinò monaco, e ricevuto l'ordine e avuta la benedizione del Pontefice, si ritirò nel deserto chiamato « Humiomum», dove vivendo nelle preghiere e nei digiuni, a tal punto si ridusse, che si nutriva di sole erbe ed acqua; nel deserto gli furono rivelate le operazioni dei demoni nell'isola di Sicilia a perdizione delle anime. Perciò l'angelo gli comandò di andare di nuovo dal beato Pietro, per dargli come compagni Filippo, Onofrio e Archileone ai quali era stato dato da Dio, di espellere quei demoni che abitavano nell'isola di Sicilia.
Nella stessa ora lo spirito del Signore fu da Pietro e gli disse tutto ciò che l'angelo aveva detto a Calogero nel deserto. Il beato Calogero dunque uscì dal deserto e andò da Pietro, per adempiere il comando del Signore. San Pietro dunque, visto il beato Calogero, si alzò e gli andò incontro dicendo: ben venga il legato del Signore, ti e stata data la podestà di mettere in fuga i demoni che abitano in Sicilia. Calogero, udite le parole dell'Apostolo si meravigliò e gli baciò devotissimamente i piedi dicendo: veramente sei tu che tieni il posto del Signore nostro Gesù Cristo, in questo mondo, conosce, infatti, la volontà di Dio, perché a me fu rivelato dal suo angelo di venire da te e di darmi come compagni Filippo, Onofrio e Archileone, affinché, con la benedizione di Dio e la tua, andiamo nell'isola di Sicilia per mettere in fuga tutti i demoni che vi dimorano e che tormentano l'isola. E così il sommo Pontefice fece convocare presso di lui Filippo, Onofrio e Archileone, e comandò loro. assieme a Calogero. andassero in Sicilia a combattere è mettere in fuga i demoni che in essa dimoravano, dicendo: lo Spirito del Signore è con voi, andate non abbiate timore, perché in un solo segno di croce, nel nome dei Signore nostro Gesù Cristo, li metterete in fuga e spezzerete ogni loro potere e malizia, per virtù dello Spirito Santo che abita in voi. Quelli unanimemente risposero: Padre santo, tocca a te comandare e a noi ubbidire ai tuoi comandi, e scegliamo gioiosamente di morire per la fede del Signore nostro Gesù Cristo, la cui persona tu rappresenti; benedicici dunque affinché con la tua grazia ce ne andiamo per adempire la parola di Dio. E così il beato Pietro, dato loro il bacio della pace, li benedisse dicendo: andate, benedetti, nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo, Dio vi confermi in ogni sua opera buona fino alla fine della vostra vita, perseverando nella fede del Signore nostro Gesù Cristo, e lo Spirito Santo discenda su di voi, nel cui nome e virtù tutte quante le cose che dovete operare, farete, come gli apostoli e i discepoli, legando i demoni e sciogliendoli.
Se ne andarono con la grazia del divin Pietro, e nel nome di Dio, salirono in una piccola nave e approdarono nell'isola di Lipari, nel porto che è chiamato Vulcano. E', infatti, un'isola vicino alla Sicilia. e così Onofrio e Archileone, con il permesso dei compagni se ne andarono e vennero in Sicilia, nel deserto di Sutera, per rivelazione dello Spirito Santo, e vi scacciarono la moltitudine dei demoni. Il beato Filippo andò nel monte Argirio. dove scacciò i demoni e fece molti altri segni per virtù di Dio. San Calogero rimase nell'isola di Lipari, perché era gravato da vecchiaia, per i meriti dei quale Dio scacciò tutti i demoni che vi abitavano e fece molti altri diversi miracoli, per questo tutto il popolo si convertì alla fede cattolica e in quel luogo, a gran gloria di Dio e in nome del beato San Calogero, costruirono la chiesa.
Essendo San Calogero in preghiera, lo spirito del Signore gli parlò davanti a tutto il popolo dicendo: vai al monte delle Giummare e non tardare, per adempire ciò che ti è stato ingiunto nel deserto di «Humiomum», e ti fu comandato nella città romana; i tuoi compagni già hanno condotto a termine ciò che ad essi fu ingiunto, infatti, hanno scacciato i demoni di Sutera, di Argirio e di Paternò ed hanno esaltato il nome del Signore di fronte a tutto il Popolo. Vai dunque tu ed espelli quella legione di satana maledetto. che abita nella profondità di quel monte. affinché il popolo di quella Regione riposi dalle loro tentazioni e molestie, e così più chiaramente conosca il cammino della fede cattolica e sia battezzato e viva nel nome di Gesù Cristo, che regge il mondo e i demoni con verga ferrea. Calogero udita la voce dell'angelo, uscì dalla chiesa e andò al mare e trovò una navicella ed entrò in essa e quello stesso giorno approdò in una terra contigua al monte delle Giummare.
Entrò Calogero in quella terra e incontrò una donna alla quale umilmente chiese: figlia mia qual è il nome di questa terra? quella rispose: Syac si chiama nella quale vi abitano poche anime, a causa dei demoni che abitano nel monte delle Giummare. di cui ogni giorno si nutrono. Udendo ciò, cominciò a predicare la parola di Dio, e vi rimase per una settimana per riposarsi; fece molti e diversi miracoli, sanò molti che erano affetti da diverse malattie col solo segno della croce, perciò tutto il popolo credette nel Signore Gesù Cristo e fu battezzato. Dopo salì sul monte delle Giummare, ed andò nel luogo dove abitavano innumerevoli demoni ed ivi cera un fuoco continuo. Gli spiriti maligni vedendo il Beato Calogero, temettero assai gridando: guai! guai! guai! per la società di satana, poiché viene il nostro nemico per espellerci dal luogo della nostra dimora. Ed, infatti, rafforzato dalla virtù dello Spirito Santo, che le accompagnava dovunque, gridò dicendo: andate maledetti, nei luoghi inabitabili, senza molestare nessuno, perché rettamente hanno creduto nella fede di Gesù ed hanno rinunciato a satana, e per virtù della Santa Croce, in cui fu posto il redentore del mondo, Dio nostro Gesù Cristo, che creò tutte le cose, dinanzi alla cui faccia trema l'abisso, egli che con la sua morte vinse la morte e legò i demoni e pose al mare confini che non possono essere oltrepassati - vi comandò che vi allontaniate da questo monte, andatevene il luoghi inabitabili, e non nuociate ad alcuno che avrà creduto nella fede del Signore nostro Gesù Cristo ed avrà rinunciato a satana e alle sue opere. E così nello stesso momento, nello stesso istante, si allontanarono da quel monte gridando e ululando.
Messi in fuga i demoni santificò quel monte e vi stette per trentacinque anni scelse come luogo di preghiera una spelonca che e nella profondità della caverna dei monte e in essa eresse un'altare per offrire il sacrificio a Dio. Ed era già arrivato in vecchiaia così avanzata ed il suo corpo era così debole, che appena poteva stare in piedi. Allora Dio, volendo sovvenire al suo bisogno, gli mandò una cerva, che miracolosamente gli portava gli alimenti quotidiani, col passare del tempo, un certo Arcadio passato dalle parti della spelonca vide la cerva che dormiva nell'ingresso di quella spelonca, e la ferì con la freccia del suo arco, credendola di potersela prendere; essa invece ferita fuggendo entro nella spelonca e andò ai piedi del Beato Calogero ed ivi morì.
Il beato Calogero, vedendo la cerva morta davanti a lui, pianse su di essa ed esclamò dicendo o buon Dio, che ti sei degnato di darmi come compagna questa cerva, perché io sostentassi la mia vita col suo aiuto degnati di mandarmi, oggi, colui che la trafisse affinché, prima di morire, manifesti le virtù che tu scelto nella mia abitazione, perché, tramite costui. si annuncino al popolo e siano manifesti a tutti; affinché il popolo titubante sia confermato nella verità della tua fede e a te sia gloria sempre eterna nei secoli dei secoli. Amen!
Finita la preghiera dei Beato Calogero, apparve Arcadio, che aveva ucciso la cerva- il beato Calogero, avendolo visto, lodò Dio e disse ad alta voce: Figlio mio, perché hai ucciso questa cerva che mi portava alimento e vitto per virtù divina? Arcadio pure, avendo visto il Beato Calogero. subito lo riconobbe, poiché egli fu il primo battezzato nella terra di Sciacca, e immediatamente prostrato per terra lo adorò dicendo: o Padre Santo Calogero, perdonami, perché non avevo mai visto questa Cerva. Io fui infatti, il primo tuo figlio, che battezzasti nella terra di Sciacca. Il Beato Calogero lo benedisse e lo segnò col segno della Santa Croce dicendo: o figlio, ti benedica Dio, tutto il tempo della tua vita. Beato il ventre che ti portò, poiché per mezzo tuo molte anime saranno salvate. e sarai salvezza per popoli infiniti, se sarai ciò che io oggi ti avrò rivelato. Vieni, dunque, figlio mio, e guarda i miracoli di Dio che ha fatto in questo monte, e per la salvezza del popolo.
Il Beato Calogero condusse lo stesso Arcadio in una caverna dello stesso monte in cui c'erano parecchi sedili di pietra. che Dio dotò di diversi miracoli per curare certe infermità. e gli disse tutte le virtù dei sedili. In quella caverna c'è un calore continuo e coloro che entrano in essa sudano continuamente e si lavano nel proprio sudore. Lo condusse quindi più in dentro il un'altra spelonca, in cui cera un pozzo profondo fino alla profondità del monte Giummare, in cui c'è un continuo increspamento delle acque, ed ívi miracolosamente diventano calde.
Da queste acque si libera un vapore e sale fino alla sommità dei monte delle Giummare ed entra nella caverna dei sedili miracolosi. Le acque entrano in un certo condotto che finisce alla base dei monte Giummare, più vicino alla terra di Sciacca. Spiegò le vita dell'acqua e gli ingiunse di far costruire ivi i bagni. Fatto ciò, il Beato Calogero usci e andò al suo oratorio e gli comandò di andarsene con la benedizione divina. Dopo la morte della cerva il Beato Calogero visse altri quaranta giorni.
Il predetto Arcadio. Che spesso lo andava a visitare, trovò il corpo piegato di fronte all'altare della spelonca, ed ivi piangendo a dirotto lo seppellì in pace: nel quale luogo, coi .favori della divina Provvidenza, per i meriti del Beato Calogero, assai di frequenza si compiono innumerevoli miracoli.
Correte dunque, fedeli, da San Calogero perché interceda per la vostra salvezza: effondete preghiere al Dio suo, che per i suoi chiarissimi meriti vi elargisca la vita eterna. Amen.
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