Caltagirone Natale 2005
Alla Direzione del Santuario di San Calogero
Ogni anno, da 55anni, ricevo un miracolo da San Calogero.
Bambino, all'età di due anni fui colpito da paralisi ad una gamba.
I miei genitori, disperati consultarono illustri pediatri ma la risposta fu sconsolante e non lasciava speranze: Poliomielite.
Al piccolo Carmelo, gemello di una sorellina, bisognava approntare la scarpa ortopedica.
Con la pena nel cuore papà Santino e mamma Filippa si recarono a Catania e contattarono lo specialista per predisporre il presidio medico necessario; nell'attesa sostavano in albergo.
In quei giorni di disperazione quei genitori si votarono a San Calogero: con la Preghiera chiesero al Santo il miracolo della guarigione per il loro bambino e fecero promessa di andare a piedi in pellegrinaggio da Floresta, paese di residenza della famiglia, al Santuario di San Salvatore.
In altro periodo la stanzetta dell'albergo sarebbe stata piccola per l'irrequieto Carmelino ma nella circostanza purtroppo sarebbe bastata, veniva da pensare.
Così non fu; discolo sempre, quel bambino fece l'impossibile: improvvisamente si trascinò verso la valigia già preparata con la biancheria per il ricovero e momentaneamente posta ai piedi del letto; salitovi sopra incominciò a saltellare, seguito dallo sguardo incredulo della mamma, del papà e dello zio: Carmelo si alzava senza aiuto, camminava come prima.
Tra stupore e gioia fu subito consultato il medico che ebbe a costatare la completa guarigione.
Il professore, pur dando rilevante importanza al primo intervento del medico condotto(in servizio nel paesino) che al manifestarsi della malattia si adoperò al meglio, ritenne il caso assai eccezionale.
Ma papà Santino e mamma Filippa non ebbero dubbi: San Calogero aveva fatto loro il miracolo!!! E secondo me avevano ragione.
Il voto, la promessa andavano rispettati e fu così che alla ricorrenza della festa del 20 agosto 1951 il viaggio-pellegrinaggio ebbe luogo.
Da Floresta partì una piccola carovana: mamma Filippa andava a piedi nudi, papà Santino portava il figlioletto in braccia o sulle spalle, due ragazzotti guidavano le cavalcature cariche di viveri e Basilio portava a traino la vitella, destinata a San Calogero in ringraziamento del miracolo ricevuto ( papà era un allevatore)
All'arrivo dei pellegrini in Paese venne incontro la banda e lii accompagnò festanti sino all'ingresso del santuario.
Da allora, ogni anno sentiamo il dovere di ringraziare San Calogero: ogni anno la mamma " mi porta " "a trovarLo nella Sua Chiesa " facendo sì che il miracolo si ripeta.
Carmelo
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