(Cuvântul Vietii - Fra ord til live - Fjala për ta jetuar - Fra Ord til liv - Slowo Zycia - Palabra de Vida - Pawòl Lavi a - Woord van Leven - Az élet igéje - Palavra de Vida - Parole de Vie - Word of Life - Kalaam Hayat - Sabda Kehidupan - Wort des Lebens - Kataga ng Buhay - Az élet igéje - Kelma tal-Hajja - Livets Ord - LÔØI SOÁNG - Beseda Življenja)
02 - Parola di Vita - Febbraio 2020 - Word of Life - Parole de Vie - Wort des Lebens
- Italiano PPS - Parola di Vita - Febbraio 2020
- Il video della Parola di Vita - Febbraio 2020 - letto da Redi Maghenzani
- Arabo PPS -
- Albanese PPS - Fjala për ta jetuar -
- Bielarusso -
- Bulgaria PPS -
- Ceco - Czech republic PPS
- Cinese PPS -
- Coreano PPS -
- Croato - Hrvatski - PPS - Rijec za život -
- Danese - DK PPS - Livets Ord -
- Filippino PPS - Kataga ng Buhay -
- Francese PPS - Parole de Vie -
- Giapponese PPS -
- Haitiano PPS - Pawòl Lavi
- Bahasa - Indonesia PPS - Sabda Kehidupan -
- Inglese PPS - Word des Lebens -
- Macedone
- Maltese PPS - Kelma tal-Hajja -
- Norvegese PPS - Fra Ord til liv -
- Olandese - PPS -Woord van Leven - F
- Pakistan - Urdu PPS - Kalam-e-Hayat -
- Polacco - Polski - PPS - Slowo Zycia -
- Portoghese PPS - Palavra de vida -
- Rumeno - Româna
- Russo -
- Sloveno - Slovenija PPS - Beseda Življenja -
- Spagnolo - Español PPS - Palabra de vida-
- Spagnolo - Latino-Americano PPS - Palabra de vida -
- Tailandese PPS -
- Tanzania - PPS - Neno la uzima -
- Tedesco PPS - Wort des Lebens -
- Ungherese PPS - Az élet igéje -
- Vietnamita PPS - LÔØI SOÁNG -

Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: «Credo, aiutami nella mia incredulità» (Mc 9,24).(1)
Gesù è in cammino verso Gerusalemme, accompagnato dai discepoli. Ha già cominciato a prepararli all'appuntamento decisivo: il rifiuto da parte delle autorità religiose, la condanna a morte da parte dei romani e la crocifissione, alla quale seguirà la risurrezione.
È un argomento duro da comprendere per Pietro e gli altri che lo hanno seguito, ma il Vangelo di Marco ci accompagna in questa progressiva scoperta della missione di Gesù: compiere la salvezza definitiva dell'umanità attraverso la fragilità della sofferenza.
Durante il percorso, Gesù incontra tante persone e si fa vicino ad ognuno nelle sue necessità. Adesso lo vediamo accogliere il grido di aiuto di un padre, che gli chiede di guarire il proprio bambino in grave difficoltà, probabilmente epilettico. Perché il miracolo si realizzi, Gesù, a sua volta, chiede qualcosa a questo padre: avere fede.
Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: «Credo, aiutami nella mia incredulità».
La risposta del padre, pronunciata ad alta voce davanti alla folla che si è raccolta intorno a Gesù, è apparentemente contraddittoria. Quest'uomo, come spesso anche noi, sperimenta la fragilità della fede, l'incapacità di riporre pienamente fiducia nell'amore di Dio, nel suo progetto di felicità su ognuno dei suoi figli.
D'altra parte, Dio dà fiducia all'uomo e non opera nulla senza il suo contributo, senza il suo libero sì. Egli chiede la nostra parte, anche se piccola: riconoscere la Sua voce nella coscienza, fidarci di Lui e metterci ad amare a nostra volta.
Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: «Credo, aiutami nella mia incredulità».
Molta parte della cultura in cui siamo immersi esalta l'aggressività in tutte le sue forme come l'arma vincente per raggiungere il successo.
Il Vangelo invece ci presenta un paradosso: riconoscere la nostra debolezza, i limiti, le fragilità come punto di partenza per entrare in relazione con Dio e partecipare con Lui alla più grande delle conquiste: la fraternità universale.
Gesù, con tutta la sua vita, ci ha insegnato la logica del servizio, la scelta dell'ultimo posto. È la posizione ottimale per trasformare l'apparente sconfitta in una vittoria non egoistica ed effimera, ma condivisa e duratura.
Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: «Credo, aiutami nella mia incredulità».
La fede è un dono, che possiamo e dobbiamo chiedere con perseveranza, per collaborare con Dio ad aprire strade di speranza per tanti.
Ha scritto Chiara Lubich: «Credere è sentirsi guardati e amati da Dio, è sapere che ogni nostra preghiera, ogni parola, ogni mossa, ogni avvenimento triste o gioioso o indifferente, ogni malattia, tutto, tutto, tutto […] è guardato da Dio. E se Dio è Amore, la fiducia completa in Lui non ne è che la logica conseguenza. Possiamo avere allora quella confidenza che porta a parlare spesso con Lui, a esporgli le nostre cose, i nostri propositi, i nostri progetti. Ognuno di noi può abbandonarsi al suo amore, sicuro di essere compreso, confortato, aiutato. […] "Signore - possiamo chiedergli -, fammi rimanere nel tuo amore. Fa' che mai un attimo io viva senza che senta, che avverta, che sappia per fede, o anche per esperienza, che Tu mi ami, che Tu ci ami". E poi, amando. A furia di amare, la nostra fede diventerà adamantina, saldissima. Non soltanto crederemo all'amore di Dio, ma lo sentiremo in maniera tangibile nel nostro animo, e vedremo compiersi "miracoli" attorno a noi» (2).
Letizia Magri
________________________________________________________________________
1 Per questo mese, la Parola di Dio che proponiamo è la stessa che un gruppo di cristiani di varie Chiese della Germania, ha scelto di vivere lungo tutto l'anno.
2 C. Lubich, Parola di Vita ottobre 2004, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017) pp. 732-734.