Alberto: Chiara, siamo felicissimi di averti qui oggi in un momento così importante per noi, che vede presenti ragazzi da tutte le parti del mondo e personalità religiose che sono venute qua per testimoniarci il loro impegno nel costruire la pace.
Serena: Chiara, noi tutti siamo più che mai decisi a costruire il mondo unito. Tu, in questo momento, quale consegna senti di darci?
Chiara: Allora... (Applausi) Carissimi ragazzi per l'unità e voi tutti ragazzi e ragazze qui presenti, di molti altri gruppi, eccovi qui, nella città di Roma, piena di sole, colma di storia, centro della Chiesa cattolica, convenuti da 92 nazioni del mondo, rappresentanti di tante culture e di molte fedi: ebrei, musulmani, buddisti, indù, sikhs,oroastriani, di religioni tradizionali africane e cristiani di 14 Chiese.
Eccovi all'ombra del Colosseo, dove tanti cristiani dei primi secoli hanno pagato col martirio la loro fede in Gesù. Eccovi qui a celebrare e a manifestare a favore di un grandissimo ideale: la pace. (...)
La pace però è oggi un bene così prezioso che tutti noi, adulti e giovani, persone responsabili e semplici cittadini, dobbiamo impegnarci a salvaguardarla. E anche voi ragazzi e ragazze.
(…) Anche a voi è noto come nel mondo non regni la giustizia, come vi siano Paesi ricchi e Paesi poveri, affamati, mentre il piano di Dio sull'umanità sarebbe quello d'essere tutti fratelli, in una sola grande famiglia con un solo Padre. E' questo squilibrio uno dei fattori, forse più determinante, che genera risentimento, ostilità, vendetta, terrorismo. E allora come creare maggiore uguaglianza? Come suscitare una certa comunione di beni? E' ovvio che i beni non si muovono da sé se non si muovono i cuori.
Occorre, quindi, diffondere l'amore, quell'amore reciproco che genera la fratellanza; occorre invadere il mondo con l'amore! cominciando da noi stessi, così da voi, ragazzi.
Ma, qualcuno dei presenti mi potrebbe chiedere: "E' compatibile l'amore, l'amarsi con lo stile di vita che le nostre culture ci hanno tramandato?" Sì, è possibile: andate a cercare nei vostri Libri sacri e troverete - è quasi dovunque - la cosiddetta "Regola d'oro". Il cristianesimo la conosce così: "Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te" (cf Lc 6,31). E così Israele: "Non fare a nessuno ciò che non piace a te" (Tb, 4,15). L'Islam: "Nessuno di voi è vero credente se non desidera per il fratello ciò che desidera per se stesso" (Hadith 13, Al Bukhari). E l'induismo: "Non fare agli altri ciò che sarebbe causa di dolore se fosse fatto a te" (Mahabharata 5: 1517). Tutte frasi che significano: rispetta, ama il tuo prossimo. E se tu, ragazzo musulmano, ami; e tu, cristiano, ami; e tu, ebreo, ami; e tu, indù, ami; arriverete certamente ad amarvi a vicenda. E così fra tutti. Ed ecco realizzato un brano della fraternità universale.
(Applausi)
Poi occorre amare gli altri prossimi, e voi in particolare, ragazzi, i ragazzi che incontrerete nella vita, perché se ogni simile ama il proprio simile, i ragazzi si lasciano meglio convincere e trascinare a grandi ideali dai ragazzi.
Amare dunque: è uno dei grandi segreti del momento. Amare con un amore speciale. Non certo quello limitato unicamente ai propri familiari o agli amici, ma l'amore verso tutti, simpatici e antipatici, poveri e ricchi, piccoli e grandi, della vostra patria e di un'altra, amici e nemici... Verso tutti.
E amare per primi, prendendo l'iniziativa, senza aspettare d'essere amati.
E amare non solo a parole, ma concretamente, a fatti.
E amarsi a vicenda.
Carissimi ragazzi e ragazze, se così farete, se così faremo tutti, la fratellanza universale s'allargherà, la solidarietà fiorirà, i beni saranno meglio distribuiti, e potrà risplendere sul mondo l'arcobaleno della pace: su quel mondo che, fra pochi anni, sarà nelle vostre mani. (Applausi)
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